In molti condomini è presente un sistema di riscaldamento centralizzato con una caldaia comune a tutti; questi sistemi devono essere dotati di sistema di contabilizzazione, a meno che non si dimostri l’impossibilità di installare tale sistema.
Spesso però il sistema di riscaldamento centralizzato è un’arma a doppio taglio: si è legati agli orari di funzionamento del condominio.
Inoltre, soprattutto negli edifici più vecchi, il sistema è poco efficiente e non compatibile con impianti quali ad esempio pavimento radiante (qui una panoramica sui diversi sistemi di riscaldamento).
Dal 2012, per chi volesse, tale limite è superabile con il DISTACCO dall’impianto di riscaldamento centralizzato! Il riferimento legislativo è l’art. 1118 c.c.
Cosa significa e cosa comporta….
Il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato è un vero e proprio “sezionamento” fisico delle tubazioni condominiali che alimentano i radiatori dell’appartamento.
Effettuato il distacco, l’appartamento potrà essere gestito indipendentemente dal condominio per quanto riguarda orari di accensione e spegnimento e temperature interne.
Soprattutto, potrà essere realizzato l’impianto che si preferisce (Qui un analisi delle varie tipologie di impianto di riscaldamento esistenti)
Il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato si attua normalmente in occasione della ristrutturazione dell’appartamento: in questi casi è possibile predisporre il sistema autonomo posando le nuove tubazioni, in modo da fare poi la conversione al momento opportuno.
Ricordiamoci infatti che il distacco deve essere “fisico”, rimuovendo i tubi in ingresso all’appartamento.
Per fare questo occorre svuotare l’acqua dall’impianto condominiale, e ovviamente non è opportuno farlo nel periodo invernale, lasciando al freddo tutto il condominio!
Importante: il condominio NON può opporsi al distacco!!!! Il condomino sarà comunque tenuto a partecipare alle spese di manutenzione straordinaria dell’impianto, e dovrà corrispondere la parte di consumi “involontari”.
I consumi involontari sono quelli dovuti alle dispersioni nelle tubazioni e alle perdite di rendimento della caldaia.
Cosa deve fare il condomino che vuole rendersi indipendente?
L’impianto centralizzato è stato progettato in funzione dell’intero condominio. Se una parte di questo viene “tolta”, l’impianto potrebbe risultare sovradimensionato, aumentando così i costi da sostenere per il suo funzionamento (tipicamente un impianto non correttamente dimensionato ha un rendimento più basso)…..
Il condomino dovrà quindi incaricare un professionista che redigerà una relazione tecnica (qui un esempio di relazione) per dimostrare che lo squilibrio generato nel sistema è trascurabile. La relazione dovrà poi essere consegnata all’amministratore, che farà ratificare dalla successiva assemblea il distacco dall’impianto (non è una autorizzazione, ma una presa d’atto!).
La buona notizia è che normalmente il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato non comporta squilibri eccessivi nell’impianto centralizzato: l’operazione è pertanto possibile nella maggior parte dei casi.